Raggiunta Santa Caterina Valfurva si percorre la strada della Valle dei Forni fino al parcheggio presso il Rif. Alb. Ghiacciaio dei Forni (m. 2178). Da qui si parte a piedi lungo il sentiero 28; il primo pezzo su strada sterrata che sale a Malga Forni, è in comune con il sentiero che porta al Rif. Branca, ma alla malga si svolta a sinistra, 28c, imboccando la Valle di Cedec e proseguendo per il rif. Casati verso il ponte che attraversa il Rio Cedec.
In alternativa dal Rif. Alb. Ghiacciaio dei Forni si prende direttamente la stradina segnata con 28b che sale la Valle di Cedec.
Salendo la stradina si intravede in breve il Rif. Pizzini, sulla destra rimane il Monte Pasquale con l'omonima vedretta che scende fino quasi in fondo valle, alle spalle si vedono il Pizzo Tresero e la Cima San Giacomo con la parte più occidentale del vastissimo Ghiacciaio dei Forni.
Superato il Rif. Pizzini (m. 2700) si sale a destra per strada fino alla teleferica e poi lungo il sentiero che si inerpica a tornanti verso il Passo del Cevedale. Con una bella visuale sulla seraccata della vedretta di Cedec si raggiunge il passo e appena dietro il Rif. Casati (m. 3254).
Ora con percorso evidente percorrere l'intero ghiacciaio fino alla vetta del Cevedale.
Dalla sommità del Monte Cevedale discendere il facile pendio nevoso (traccia) che conduce al Passo di Rosole (m. 3502), da cui in breve si raggiunge per facili roccette la vetta principale (punta settentrionale) del Monte Rosole.
Dalla sommità di questo, mantenendosi dapprima in cresta e traversando poi sul versante orientale della montagna su rocce infide e neve, si raggiunge anche la punta meridionale dalla quale facilmente si scende per sfasciumi al vicino al Col de La Mare (m. 3442) poco prima del quale, si incontra il Bivacco Colombo (m. 3485).
Il Monte Rosole può essere anche aggirato traversando alla base del suo versante orientale mantenendosi sulla Vedretta de La Mare e raggiungendo così direttamente il Col de La Mare. Dal colle si prosegue in direzione del Palon de La Mare risalendo gli ampi e dolci pendii glaciali (qualche crepaccio) che caratterizzano la larga cresta N di questa montagna.
Superato lo spallone nevoso della quota 3601 si risale un'ulteriore pendio nevoso al termine del quale una breve ma elegante cresta nevosa porta alla vetta. Dal Palon de La Mare scendere dapprima lungo le facili rocce della cresta SE poi, giunti nei pressi di un evidente torrione roccioso, abbandonarla per abbassarsi in un canalino alla propria destra (tracce di passaggio) sino a che non si tocca il ghiacciaio sottostante e quindi il Passo della Vedretta Rossa (m. 3405).
Dal Passo della Vedretta Rossa si percorrono gli ampi pendii glaciali che costituiscono la larga cresta NNO del Monte Vioz sino a toccare le roccette che costituiscono l'edificio sommitale della montagna, percorse le quali, si raggiunge in breve la vetta. Da qui scendere in breve al sottostante rifugio Mantova al Vioz.