Dall'albergo-rifugio Cainallo si scende verso la chiesetta di Santa Maria Assunta, quindi si sale al Passo Cainallo (m. 1290) e si giunge all'ampio parcheggio posto sotto la bocchetta di Moncòdeno.
Da qui (freccia indicatrice, con segnalazione se il rifugio è aperto o ciuso) si sale su detriti verso l'ampia insellatura, ma senza raggiungerla, si seguono le freccie per i rifugi Bietti e Bogani imboccando, a destra, una mulattiera che entra nel bosco e giunge al bivio col sentiero per il Monte Pilastro e il Monte della Croce (freccia in legno). Lasciato a destra questo sentiero, si giunge brevemente al poggio panoramico del Vò di Moncodeno (m. 1466), passaggio tra la valle di Esino (Val di Cino) a la valle dei Molini.
La mulattiera entra nell'impluvio della valle dei Molini. ùsi attraversa in piano la faggeta e si sale lentamente tra rododendri per contornare la testata della valle superando alcuni piccoli dossi rocciosi; in basso a sinistra, sul conoide prativo nel fondovalle, si distingua l'abitato di Prato San Pietro e, di fronte, l'apleggio di Moncòdeno. Ragguinto un bivio, si lascia a sinistra la mulattiera per il rifugio Bogani e si sale ripidamente a destra della bocchetta di Prada (m, 1624). Poco sopra la bocchetta, facendo una piccola deviazione si può raggiungere uno spuntona sul fianoc orientale del Monte Pilastro, dove un tempo si rinvenivano parecchi fossili, da cui il nome Sass di Lumach.
Lasciando a destra il sentiero per la valle di Prada, Calivazzo e Mandello il percorso continua sotto cresta, sulla mulattiera che si stacca a sinistra, attraversando un boschetto e contornando alcuni sountoni rocciosi sulla Costa di Prada.
Si ariva così al ricovero 89° brigata Garibaldi, davanti al quale vi sono numerose segnalazioni; si segue quella per il rifugio Bietti (a destra), ignorando il sentiero che continua dritto per la cresta di Piancaformia e il rifugio Bogani.
Già si scorge a destra loa porta di Prada (m. 1700) verso la quale ci si dirige, a mezza costa, con percorso panoramico.
Lasciato a destra il monumento naturale, si procede per la mulattiera in discesa, superando due ghiaioni; ignorato, a sinistra il sentiero a destra che sale alla bocchetta di Piancaformia, si sottopassano alcuni lastroni di roccia e si attraversa un canalino di ghiaia . Discesi con alcune svolte sul fondo del vallone, tra cespugli di rododendri, si risale la ripida sponda opposta e, in piano a mezza costa, si entra in un boschetto di faggi. Con alcune svolte si giunge ad una selletta e si piega a sinistra, trovando una sbarra che impedisce il passaggio la bestiame; superatala, poco dopo si distingue il rifugio Bietti.
La mulattiera riprende a salire, supera uno stretto valloncello e, toccando il fondo di un altro valloncello, lascia a destra il sentiero che sale da Mandello e, dopo aver atraversato una piazzuola per gli elicotteri, giunge al rifugio Bietti.
Dal rifugio Bietti si prende il sentiero di sinistra che risale un largo costolone erboso abbastanza ripido. Superati alcuni cespugli di pini mughi, dopo cpoche svolte, il sentiero piega a sinistra, passa sotto alcuni roccioni e continua a mezza costa (ignorando alcune tracce che portano sul fondo del canalino di ghiaia).
Si continua a salire sino ala base di alcune roccette, poi si prosegue mantenendosi sulla sinistra e, seguendo i segnavia, si sale dapprima su roccette, poi si attacca una facile paretina (prima a sinistra e poi in diagonale a destra) e si superano alcune roccette.
Raggiunta una selletta erbosa, si piega a destra, lungo un breve tratto di cresta, in direzione di uno stretto passaggio roccioso, attraverso il quale si perviene alla bocchetta del Guzzi.
Al di là della bocchetta si continua per tracce (segnavia a strisce gialle) a destra, poco sotto la cresta di Piancaformia. Il sentiero procede per tratti prevalentemente rocciosi e ghiaiosi superando alcune sellette su terreno calcareo che presenta numerosi intagli, buchi profondi e doline, testimonianze del forte carsismo.
Dopo aver attraversato, scendendo, un canale ghiaioso, si risale ripidamente incontrando i segnavia della "Via della Ganda".
Si imbocca a destra questo itinerario, salendo un tratto ripido di terriccio e sfasciumi e, dopo un saltino di roccia, si prosegue su lastra e gradoni, poi a zig zag su ripide ghiaie. Superato un canalino, piegando a destra, si entra nel Gerone che scende dalla Grigna settentrionale e, seguendo attentamente i segnavia, lo si risale faticosamente. Al termine, volgendo a sinistra si esce dal ghiaione e ci si porta su alcuni lastroni di roccia, che si superano con l'aiuto di una fune. Ancora una breve salita e si è in vetta alla Grigna Settentrionale (m. 2409) nei pressi della moderna cappelletta del rifugio Brioschi.