Arriva anche il momento della Redrock skymarathon, la mia terza partecipazione, gara che considero propedeutica all'appuntamento che ci sarà il mese prossimo sulle montagne di casa con il trofeo Scaccabarozzi.
La stagione in corso è anche la stagione delle condizioni climatiche estreme. Un mese fa in Val Formazza sembrava autunno, le condizioni climatiche erano tutto fuorché estive, due settimane fa a Santa Catarina Valfurva alla skyrace Ortles Cevedale un'altra giornata di pioggia, ed oggi finalmente il sole, si ma con temperature all'estremo opposto, cosa che mai avrei immaginato.
L'avversario numero uno che avremo in comune tutti noi atleti quest'oggi sarà la disidratazione, e fondamentale sarà bere abbondantemente ai numerosi ristori posti lungo il percorso. La distanza da percorrere sarà di 43 Km per un totale di 2560 metri di dislivello.
La partenza avviene dalla piazza della chiesa di Vezza d'Oglio con immediatamente da percorrere i primi 1200 metri di dislivello in salita con alternanza di strada asfaltata, mulattiera e sentiero per giungere sul Monte Pagano, prima vetta della giornata. Una breve discesa e finalmente iniziamo ad addentrarci in Val Grande, ora il terreno si fa più montano e meno civilizzato e diventa un vero e proprio sentiero che a mezza costa percorre la Val Grande, con un susseguirsi di numerosi saliscendi, molti tratti corribili, ma anche tratti molto ripidi.
L'ambiente è veramente selvaggio, sul percorso incroci solo gli addetti dell'organizzazione, qualche persona in più ai ristori, oggi veramente preziosi. Ma anche visto l'esiguo numero di concorrenti ti ritrovi veramente solo con te stesso a correre, ma oggi a differenza delle edizioni passate è stato diverso essendomi trovato da circa metà gara in poi con Cecilia Mora, seconda donna classificata, e quindi non è stata così solitaria come in passato.
Un po' più di pubblico si incrocia al bivacco Saverio Occhi, in fondo alla Val Grande, punto di boa del percorso, dove, dopo avere percorso circa 30 km inizia il rientro verso Vezza d'Oglio, con un altro lunghissimo sentiero a mezza costa sul versante opposto della valle, anche qui numerosi saliscendi, con una ciliegina finale sulla torta con un bel muro da percorrere alla fine per raggiungere la Cima Rovaia ultima asperità della giornata, dove ha inizio una lunga discesa di 8 km fino al traguardo di Vezza d'Oglio. Discesa ben corribile fino all'ultimo metro, ma anche con la calura che sale dal basso che si fa sentire sempre più, per fortuna che al di sotto dei 2000 metri di quota siamo nel bosco.
E così chilometro dopo chilometro arrivo al traguardo di Vezza d'Oglio assieme alla mia compagna d'avventura con cui a pari merito taglio il traguardo. Dopo avere percorso tutti questi km assieme non potevamo fare diversamente, e così facendo ho avuto anche io il mio piccolo momento di gloria non passando per un anonimo all'ombra della seconda donna classificata.
Dopo 5 ora 46 minuti e 10 secondi tagliamo assieme il traguardo di Vezza d'Oglio dove ad attenderci non può che esserci una bella fontana in cui immergersi !!!!