Domenica 11 marzo, è la seconda domenica di marzo e come succede da nove anni a questa parte è il giorno dell'Engadin Ski Marathon. La mia nona partecipazione, un numero che comincia ad essere importante. Mi sembra ancora ieri quando nel 2004 volli iscrivermi tanto per provare una gara sugli sci, e da tanto per provare è divenuto un appuntamento immancabile ed oggi come allora la tensione che precede la gara e la gioia che provo nel dopo è sempre la stessa ed il mio entusiasmo non si è per nulla spento.
Le condizioni meteo si preannunciano ideali per lo svolgimento della manifestazione, anche se la neve quest'anno è veramente poca. Le temperature sono di pochi gradi sotto lo zero, e guardando l'andamento termico nelle ore successive, fa ricadere la scelta su un mix di paraffine rosso e giallo. Rossa per la prima parte quando è ancora più freddo, gialla per la seconda parte in seguito al riscaldamento termico.
Quest'anno sono anche reduce da una gara vertical di sci alpinismo la serata di venerdì al passo dell'Aprica, e questa mattina stessa la sveglia è stata alle 4.30 ...
La mia partenza sarà alle 8.40, nel secondo gruppo di merito. I primi chilometri sono sempre piuttosto concitati e l'attenzione deve essere massima per non toccarsi dentro con qualche altro atleta ed essere coinvolto in qualche caduta o lasciarci il bastoncino. Diviene anche difficile prendere il ritmo essendo il gruppo ancora piuttosto compatto, specie se si è nelle retrovie.
A differenza dell'anno passato, la neve è poca ma gli sci scorrono via bene, ed in alcuni punti sul lago bisogna fare attenzione al ghiaccio scoperto.
Mi sento bene, la forma c'è, sento che sarà una bella prova, la mano non mi da più dolore, se non quando do una spinta un po' più violenta, ho solo il terrore delle cadute, perché comunque sebbene l'osso si sia aggiustato la calcificazione non è ancora completata.
Come sempre il pubblico lungo il percorso non manca, specie nel passaggio nei centri abitati, soprattutto in quel di Saint Moritz, sono loro che ti danno la carica, che ti fanno sentire protagonista per un giorno, quando sento degli perfetti sconosciuti urlare "Forza Alessio", questo è la vera festa dello sport.
Senza quasi che me ne accorga mi ritrovo a Pontresina, a metà gara, dove c'è la discesa che più mi preoccupa per la mano, ... in più edizioni su questa discesa sono caduto, ma quest'anno darò più spazio alla prudenza e frenerò un po' di più nella prima parte in mezzo alle piante e dove anche la neve è più ghiacciata, standomene in coda, per poi lasciare andare gli sci appena fuori dal bosco.
Adesso entriamo nella seconda metà di gara, quella dove veramente si può dare tutto quello che si ha, e soprattutto bisogna cercare di prendere i trenini giusti per farsi trasportare. Terreno perfettamente piatto fino a Zuoz al trentasettesimo chilometro, già perché fino al quarantunesimo è un susseguirsi di saliscendi, alquanto fastidiosi con quello che si è lasciato alle spalle, ma stringo i denti e non patisco più di tanto. Penso solo ad arrivare quanto prima al traguardo di Schanf. E comunque la sofferenza non è solo mia, ma è anche di chi ti sta a fianco, di chi con me persegue il medesimo obiettivo.
Ed il bel sogno arriva quando vedo lo striscione dell'ultimo chilometro e spingi dando tutto quello che ti rimane. Ultimo chilometro piuttosto nervoso, fatto di una serie di curve per arrivare alla distanza della maratona, e solo dopo l'ultima curva trovi il cartello dei 100 metri e in fondo il traguardo tanto agognato e sofferto, che taglio dopo 2.09.18,7.
Fantastico, contentissimo del mio tempo, il mio miglior secondo risultato in assoluto ... peccato solo che quest'anno sia saltata "La Sgambeda".