Sabato 4 maggio ore 5.00, a distanza di due anni, nonostante tutto, eccomi nuovamente tra gli starter del Trofeo Mezzalama.
La tensione è alle stelle, come non ho mai provato in nessun’altra gara, aumentata dal rinvio di una settimana, dall’incertezza meteo del giorno prima, dalla preoccupazione dei cancelli orari, ma finalmente oggi sabato 4 maggio tutto si svolge regolarmente, la meteo non potevamo aspettarci di meglio.
I continui preparativi dei mesi precedenti, continue discussioni coi miei compagni di squadra sui nodi per la formazione della cordata, prove di discesa legati, debolezze e punti di forza di ognuno di noi, io so di essere il più debole in salita, quello che alla lunga ha un maggiore tracollo in termini di performance, ma dalla mia ho una grande forza di volontà ad arrivare in fondo perché il mio obiettivo, come del resto dei miei compagni, è quello.
Partiamo che è ancora buio, subito alla prima rampa c’è una gran confusione per via della neve gelata, siamo in 260 squadre di tre elementi, e subito abbiamo il primo scoglio da affrontare, superare i 1800 metri di dislivello che separano Cervina dal colle del Breithorn nel tempo limite di 2 ore e 30, con l’obbligo di passare il controllo con la cordata già formata. Il nostro obiettivo è di passare al di sotto delle 2 ore e 20 così da avere un certo margine poi sul Castore ed evitare l’imbottigliamento di due anni fa.
Tutto va come avevamo già provato qualche settimana prima e passiamo in 2.15.10, ed in parte mi sento più tranquillo con questo primo scoglio superato. Ora ci attende la traversata sotto i Breithorn e la Roccia Nera che porterà al passo di Verra alla base della parete nord ovest del Castore, con un tratto in discesa, con obbligo di togliere le pelli di foca, ed uno in salita.
Arriviamo bene in questo punto, dobbiamo togliere gli sci, metterli sullo zaino, e calzare i ramponi. La temperatura è fredda e per di più siamo all’ombra, e cautamente indosso la giacca a vento, vista la precedente esperienza …
Il passaggio in vetta avviene in 4 ore e qualche minuto, adesso abbiamo ancora una lunga cresta fino al colle del Felik, un leggero tratto ripido a piedi e poi finalmente possiamo rimettere gli sci. Arriviamo al cambio in 4 ore e 30, ampiamente dentro nei tempi, il sole che sento sul nero della tutina è un piacevole tepore.
Ora abbiamo davanti a noi un pendio da sciare e dobbiamo mettere in pratica tutte le prove che abbiamo fatto. Stefano che è davanti deve sciare normalmente ma deve cercare di fare delle curve molto ampie, io che sono in mezzo con una mano tengo i bastoncini e con l’altra la corda al fine di evitare che vada ad incastrarsi negli sci, devo cercare di andargli in scia ma facendo le curve un po’ più strette, Andrea che è l’ultimo deve fare lo stesso che faccio io ma seguendo la mia scia. Deve esserci massima coordinazione.
Giungiamo al rifugio Sella in 4.44.26, siamo dentro anche al secondo cancello che era di 5 ore e 30, è quasi fatta, ora non ci sono più controlli orari, adesso è tutta questione di proseguire ed arrivare a Gressoney senza più cancelli orari da rispettare. Ora mi sento decisamente più libero, libero dalla mia grande preoccupazione, ma la strada è ancora lunga, ci attende una lunga traversata sotto i Lyskamm fino ad arrivare alla base del Naso, dove nuovamente dobbiamo mettere gli sci sullo zaino a calzare i ramponi. Il tratto da affrontare è molto ripido, tanto è vero che ci sono delle corde fisse ed è pure obbligatorio agganciarsi con la longes. Ma il risultato è che è un gran casino tra la longes da spostare, la corda nostra in cui bisogna fare attenzione a non calpestarla coi ramponi.
Termina anche questa tanto sospirata salita, ora è solo discesa fino al traguardo, ma c’è ancora un pezzo a piedi molto ripido, prima di poter finalmente rimettere gli sci definitivamente. Altro tratto che sarà un calvario, vuoi per la pendenza, vuoi perché mi obbliga a stare girato verso monte per non toccare nella neve con le code degli sci.
Finalmente riusciamo a mettere gli sci, ma prima di poter finalmente sciare dobbiamo compiere un lungo traverso fin sotto il colle del Lys, che con la corda in mezzo certo non agevola. Ora possiamo finalmente sciare, si fa per dire perché dobbiamo ancora essere coordinati essendo in cordata, fino al rifugio Mantova.
Sciolta la cordata posso dire veramente che finalmente si scia, una lunga discesa fino al traguardo che mi voglio godere, ormai è fatta bisogna arrivare in fondo. La neve ha marcate condizioni primaverili, un po’ marciotta, ma è sempre un piacere e per di più si arriva sci ai piedi in mezzo al paese a poche decine di metri dal traguardo, e quando lo tagliamo è una grandissima soddisfazione, una enorme liberazione, un pensiero che non c’è più, ora posso pensare ad altro, a quella persona che nonostante mi dica che non sono tanto a posto a fare queste cose mi capisce e mi vuol bene.
Quel che è certo è che la stagione sciistica oggi finisce e non voglio più sentir parlare di corde e nodi fino alla prossima stagione!!!!