Sabato 3 maggio, ore 21.00, piazza della stazione di Zermatt: prende il via la Patrouille Des Glaciers 2014 e tra i partenti ci sono anch'io, nel lungo cammino che durerà fino a Verbier.
La Patrouille Des Glaciers, la lunga maratona dei ghiacci, a squadre organizzata dall'esercito elvetico, la potremmo definire il Mezzalama svizzero, svolgendosi anche lei a cadenza biennale ma sfalsata di un anno.
Qui però quello che conta è avere una lunga resistenza e dosare le proprie forze lungo i 62 Km e 4200 metri di dislivello della salita e 4300 della discesa, nessuna corsa per passare i cancelli orari entro un certo tempo, questi li decidi tu, ed in base al tuo tempo di percorrenza ti viene assegnato l'orario di partenza.
Una distanza del genere non l'ho mai percorsa, dei componenti della squadra so di essere il più veloce, ma anche quello che alla lunga salta per primo … chissà come andrà …
Le ore che precedono la partenza sono rivolte al cielo sperando che il cielo si rassereni, come dicono le previsioni, ma invece fino a due ore prima della partenza dal cielo cadeva acqua, ed il giorno prima sembrava più il due di gennaio che il due di maggio da come nevicava a Zermatt.
Partiamo percorrendo la via centrale del paese fra due ali di folla che applaudono e fanno il tifo di buon augurio.
La prima ora di gara è interamente a piedi su buona mulattiera, c'è chi parte con le scarpette per poi mettere in seguito gli scarponi, ma noi partiamo direttamente scarponi da sci ai piedi.
Calzati gli sci è tutta altra cosa, la traccia è ottima, quando volgi lo sguardo indietro vedi un lungo serpentone di puntini luminosi della lampade frontali dei concorrenti, il tracciato è ben segnato da led fluorescenti.
Mi fa ritornare alla mante quando facevo le salite in alta montagna in cui si partiva la mattina molto presto dal rifugio.
La sensazione che ho provato in quei momenti è la medesima.
Giunti a quota 2700 metri, è obbligatorio legarsi e procedere in cordata, inizia il tratto sul ghiacciaio della Tete Blanche. Dal cielo cadono dei leggeri fiocchi di neve, ma quando si rasserena?
Ripartiamo in cordata, sono io guidare e da dietro i miei compagni mi comunicano se aumentare o diminuire la velocità. Superata una certa quota finalmente si vedono le stelle e in valle le nuvole, il freddo si fa via via pungente e dobbiamo fermarci ad indossare la giacca a vento. Il freddo in quota sarà una costante fino al mattino successivo quando ci ritroveremo baciati dai raggi del sole.
A mezzanotte e mezzo siamo al termine della prima lunga salita, sui 3724 metri della Tete Blanche. Via le pelli ed iniziamo la discesa, alla sola luce delle nostre frontali, è la prima volta che faccio una gara di sci e mi ritrovo a sciare fuoripista, per giunta in alta montagna, al buio. Le tracce sono numerosissime, la neve è soffice invernale, caduta i giorni prima. La pendenza è moderata, ma dobbiamo anche coordinarci, non è facile sciare legati. Su questa lunghissima discesa fino ad Arolla, c'è anche una breve risalita, al termine della quale ci slegheremo e potremmo sciare meglio.
I pendii sono ora più ripidi, il terreno è pieno di gobbe, e questo rende più faticosa la discesa, dovendo dosare le energie per la lunghezza del percorso. Non so dire come sono le montagne intorno, come sia il paesaggio, è tutto buio, ci sono tratti delimitati da un rete verso valle, sotto non so cosa ci sia.
Arriviamo ad Arolla, circa a metà strada, che sono le 3.20, e nonostante sia notte fonda c'è pubblico a vedere e a fare il tifo. Facciamo una bella sosta a ristorarci ed a riposare un attimo, prima di iniziare la seconda lunga salita, che sarà interamente su pista, al termina della quale ci sarà un tratto da percorrere a piedi che ci porterà al Col de Riedmatten.
Giungiamo al termine della salita che ormai è giorno e finalmente la seconda discesa possiamo farla alla luce del giorno, ma c'è ben poco da sciare, lo sviluppo è notevole, e prima di iniziare l'ultima lunga salita dobbiamo costeggiare il lago Des Dix.
In questo lungo tratto iniziano i miei problemi, mi viene un vuoto allo stomaco, arrivare in fondo dove ci sarà il ristoro non ce la faccio, ho finito tutte le barrette e i gel. Devo fermarmi e chiedere ai miei compagni Guido e Andrea se hanno qualcosa da darmi.
Al ristoro finalmente trovo del tè caldo, berlo mi risolleva, anche se mi sento stanco, gli occhi mi si chiudono, sono le 7.20. Ripartiamo, ma è una gran fatica per me, mi sdraierei a dormire, gli occhi mi si chiudono, guardo i miei sci, le persone davanti, vedo doppio, ma per fortuna ci sono i miei compagni che aspettano e mi sostengono e di questo devo ringraziarli, gareggiare in squadra è anche sostenersi a vicenda nei momenti di crisi, ti spinge ad andare avanti solo la forza di volontà di voler arrivare al traguardo.
Quando troviamo il sole finalmente ci si scalda, ed il freddo della notte è solo un ricordo.
Anche al termina di questa salita, che ci condurrà ai 3336 metri della Rosablanche, ci aspetta un altro tratto a piedi, e vista l'ora, il pubblico è numeroso. Finalmente, è quello che ci vuole specie ora che siamo alla fine.
Discesa ed una breve risalita, ancora con un pezzo a piedi da percorrere, sembra infinita, non finisce mai. Il solo desiderio è arrivare a Verbier. Ma la bella sorpresa è dietro l'angolo, fatti duecento metri di discesa fuoripista, ci ritroviamo in pista ed ora si possono lasciamo andare gli sci e le gambe possono riposare, il terreno è liscio, basta gobbe e neve fresca.
Sciare così è molto più facile, la fine almeno ce la godiamo.
Arriviamo fin quasi in paese sciando, incredibile al quattro di maggio, e come finisce la pista, inizia il lungo tratto a piedi nel centro di Verbier, lo facciamo tutto di corsa, non possiamo sfigurare in mezzo al corridoio di gente, un corridoio ancor più lungo dell'arrivo del Giir di Mont a Premana, e dopo 14 ore, 6 minuti e 46 secondi tagliamo l'agognato traguardo.
Finalmente dopo otto mesi che ci eravamo messi in pista, posso aggiungere anche questa gara nel mio albo d'oro. Tutto bello, bellissima esperienza.
Se ci sarò fra due anni? … non lo so, per il momento voglio godermi il momento di gloria e appendere gli sci al chiodo per questa stagione, e spolverare la bicicletta e le scarpette da skyrunning.
Però quello che posso dire è che ora manca solo la Pierra Menta per chiudere il circuito della Grande Course.
Relazione itinerario
I nostri passaggi