LE MIE CONSIDERAZIONI SUL M.T. DEL LAGO DI COMO
Voglio rendere pubblica la mail che ho scritto all'organizzazione del Marathon Trail del Lago di Como l'indomani della manifestazione alla luce di quello che ho passato l'ora immediatamente successiva il mio arrivo.
Buongiorno signori,
ieri, con molto piacere, per la seconda volta consecutiva ho preso parte al super corto del marathon trail del di Como, nonostante avessi già delle critiche sull'organizzazione dello anno precedente ho comunque voluto prendere parte nuovamente perché mi spiaceva non fare una gara sulle montagne del Lario, spesso si fanno km per fare gare trascurando quelle di casa (sono di Capiago).
Quello che sto per dire, di certo non mi fa piacere, ma prendetela come una critica per migliorare e vedermi nuovamente fra i partenti il prossimo anno perché dopo quello che ho passato fra gli ultimi km e l'ora immediatamente successiva l'arrivo è un'esperienza che non voglio ripetere perché correre deve essere un piacere e non doversi sdraiare in ambulanza per un colpo di calore per le condizioni climatiche non favorevoli alla corsa.
In materia di gare ritengo di avere già una certa esperienza, sia perché sono già parecchi anni che faccio agonismo, sia perché non corro solo a piedi ma d'inverno prendo parte a competizioni di sci alpinismo e sci di fondo e prima di darmi alla corsa in montagna ho corso anche in bici su strada.
Innanzi tutto, visto il calendario, mi sembra alquanto inadeguato l'orario di partenza alle 10.30, a mio avviso dovrebbe essere non più tardi delle 8.00, raccomandano tutti in questo periodo di evitare le attività sportive nelle ore centrali, e lei sig. Molinari che dirige un centro di medicina dello sport, dove sono anche stato per il rilascio del certificato agonistico, dovrebbe ben saperlo.
Io stesso in settimana in questo periodo prediligo uscire ad allenarmi il mattino presto prima di iniziare a lavorare perché più fresco rispetto alla sera.
So benissimo che venite ad Argegno a dare il via dopo che sono partiti da Como con il lungo, ma a maggior ragione mi sembra che per farsi 100 Km bisognerebbe sfruttare il più possibile le ore più fresche della giornata.
Discorso ristori, personalmente mi lasciano alquanto a desiderare, sia per quello che c'è che per il loro numero. In tutte le gare che mi è capitato di fare ho sempre trovato ristori ogni 5/6 Km e non è possibile che dal rifugio Venini (unico ristoro a mio avviso fatto come debba essere fatto), fino all'arrivo ci sia un solo punto dove viene data acqua, nemmeno sali o coca – cola.
Voi mi potrete controbattere che questo essendo un trail è una gara in parziale autonomia, però a mio avviso questa mentalità si sposa per le lunghissime distanze, ma non per distanze al massimo della maratona.
Proporre in un trail una distanza da skyrace o sky marathon attira l'attenzione anche degli skyrunner, non ero l'unico alla partenza ieri (personalmente non vado oltre la distanza della maratona per una mia concezione personale), a mio avviso mal si sposa, e si vede una gara di corsa in montagna in altro modo.
Altra cosa che mi ha lasciato alquanto perplesso è il fatto che lungo il percorso non abbia trovato ad intervalli regolare addetti del soccorso alpino o comunque dei volontari pronti a fornire aiuto in caso di necessità. La seconda metà di gara, dopo il rifugio Venini non si incontra anima viva se non verso la fine e alla bocchetta di Nava per fornire le bottiglie d'acqua.
Non si può contare che in caso di emergenza uno debba avere il cellulare, e se questo non prende? O se non si è nella condizione di comporre il numero? Oppure una volta che ha chiamato capire dove si trova? Personalmente scendendo dal Venini verso Menaggio vagamente sapevo dov'ero, sono sentieri che al di fuori della gara non ho mai percorso, e conosco i dintorni perché sono della zona, ma se arrivassi da fuori?
Perché tutto è andato bene, ma mi pare che siamo lasciati a noi stessi.
In merito ai sentieri, un minimo di bonifica, ho trovato tronchi d'albero in mezzo al sentiero, l'ultimo tratto della discesa verso Menaggio la vegetazione che copriva il sentiero era alquanto fastidiosa.
Per concludere l'arrivo a Menaggio, non è possibile correre sul lungo lago in mezzo alla gente che passeggia e alle macchine. Mi sono trovato una macchina ferma in mezzo alla strada ed una che stava facendo manovra e non ne potevo più di arrivare, stavo in piedi a fatica e devo far attenzione alle macchine o alla gente?
La segnaletica lascia alquanto a desiderare e nemmeno sembra che siano le fasi finali di una gara se non quando si è a pochi metri dal traguardo. Lo scorso anno stavo per andare oltre nemmeno mi ero accorto che dovevo girare in piazzetta.
Non sarebbe opportuno mettere dei birilli in modo da creare una corsia privilegiata per gli atleti? Ho sempre visto fare così.
In più all'arrivo trovare un ristoro un po' più nutrito e con integratori per consentire il recupero. Mentre ero in ambulanza avevo bisogno di sali e un addetto della croce rossa ha lamentato la mancanza di un tavolo con bevande coi sali. Ho raccontato della mancanza di ristori dopo il rifugio Venini e quello che è il mio pensiero è stato anche il loro.
Fate una riflessione e sappiate che sarò fra i partenti dell'edizione 2015 solo se le cose cambieranno, così come stanno ora non ho alcuna intenzione di ripetere.
Grazie per l'attenzione
Alessio Arrigoni