L'"Adamello Ski Raid" è una gara internazionale di scialpinismo, con attrezzatura classica, a squadre di due elementi. Il tracciato di gara, con un dislivello complessivo in salita di 3400 m ed una lunghezza di quasi 43 km, si snoda in buona parte sugli scenari glaciali dell’Adamello ad oltre 3000 m di quota, prevede il superamento di creste e ripidi canali attrezzati con corde fisse e tocca tre dei principali rifugi del gruppo: "Città di Trento" al Mandrone, "Ai Caduti dell’Adamello" al Passo della Lobbia Alta e "Garibaldi" nell’Alta Val d’Avio.
Considerato il notevole impegno del percorso, tali rifugi rappresentano ottimi punti di sosta per chi volesse ripercorrere turisticamente il raid in più giornate, anche se è bene ricordare a tutti, oltre al periodo ideale che va da febbraio a inizio maggio, che pur potendo evitare con idonee variazioni al tracciato i settori più alpinistici, buona parte del percorso si snoda comunque su ghiacciai ad oltre 3000 m di quota, e prevede il superamento di ripidi canali da affrontare con ramponi e creste innevate attrezzate con corde fisse: un ambiente severo che necessità di abbigliamento, attrezzatura, capacità tecniche e di valutazione dei pericoli adeguate, in particolare quello legato alle valanghe.
La partenza della gara è fissata al Passo del Tonale. Procedendo in direzione Est, si segue la pista forestale che, tramite un breve tratto in galleria (attenzione al ghiaccio), aggira il fianco della dorsale orientale dei Monticelli e si addentra nel vallone localmente denominato "cantiere", frequentato fuoripista che si imbocca dal ghiacciaio Presena. La cima omonima si raggiunge dopo un dislivello di circa 1200 caratterizzati da pendenze progressivamente crescenti. I meno allenati o coloro che volessero giungere qui in tarda giornata, possono evitare questo primo tratto sfruttando la presenza degli impianti di sci.
Giunti al passo si apre il maestoso scenario dei ghiacciai adamellini. La discesa sul versante opposto verso il rifugio Mandrone, nell’Alta Val di Genova, è relativamente corta e poco impegnativa, ma in tarda stagione, nelle ore centrali, è possibile avere a che fare con “neve marcia” e intercettare qualche masso.
Lasciato il rifugio si scende brevemente agli omonimi laghetti, per poi risalire il fianco sinistro idrografico della vedretta del Mandrone, ormai fortemente ridimensionata, sino a portarsi su un primo pianoro glaciale che precede l’erta che porta al Passo della Lobbia Alta. Qui si trova il rifugio "Ai Caduti dell’Adamello", molto noto non solo per le vicende belliche che qui vissero momenti drammatici e ai quali è dedicato il rifugio, ma anche per le ripetute visite di Papa Wojtyla, una anche in compagnia dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, insieme al quale vi trascorse un periodo di ritiro. In suo onore è stata dedicata la cima prospiciente il rifugio riconoscibile da una grossa croce di granodiorite.
Nei pressi del passo vi è inoltre un bell’altare in analoga pietra, sul quale il Santo Padre celebrò messa, meta di pellegrinaggio dei tanti che salgono per ricordare i caduti della grande guerra.
Aggirato il Passo della Lobbia, il tracciato scende sulla Vedretta omonima e risale a mezza costa le pendici orientali di Cresta Croce, sino ad attraversare un impegnativo canalino, attrezzato con corde fisse, che permette di raggiungere le creste sommitali e ammirare il famoso cannone 149, trasportato sin quassù dagli alpini nel corso del primo conflitto mondiale.
Scendendo brevemente il versante occidentale di Cresta Croce, si raggiunge il vasto ghiacciaio dell’Adamello. La progressiva riduzione della massa glaciale, particolarmente accentuata in questi ultimi anni, porta periodicamente a giorno reperti di guerra (talvolta anche qualche resto umano), parte dei quali successivamente trasferiti nei musei di fondovalle.
Giunti sul pianoro glaciale, (chi volesse evitare la salita di Cresta Croce può raggiungere questo settore direttamente dai rifugi) lo si percorre in direzione della base del ripido scivolo che conduce alla sommità del Monte Adamello. Raggiunta la vetta principale, si discendono le impegnative roccette NE sino al Pian di Neve e, sempre con direzione nord-occidentale, ci si porta al Passo degli Inglesi, difficoltoso accesso all’Alta Val d’Avio ed ai suoi numerosi laghi alpini.
Dopo aver superato con corda e ramponi (con buon innevamento anche con gli sci ai piedi) il ripido scivolo nevoso, una discesa molto bella permette di raggiungere il rifugio Garibaldi, posto nei pressi del Lago Venerocolo. A seconda delle condizioni del manto nevoso lo si può raggiungere direttamente da un ripido costone, oppure aggirando il filo di una estesa morena e transitando alla sommità dell’omonimo sbarramento artificiale.
Lasciato il rifugio, si sale in direzione Nord al Passo Venerocolo, ove si apre alla vista il celebre Ghiacciaio del Pisgana.
Si tratta infatti di una delle discese fuoripista più frequentate delle alpi centrali, effettuabile in giornata anche grazie all'utilizzo degli impianti di sci Tonale Presena. Lo si può raggiungere direttamente dai rifugi Mandrone o Lobbia, transitando a scelta dai passi Pisgana, Valletta o Venezia, eventualmente dopo aver salito qualcuna delle vette che coronano il Pian di Neve (oltre a quelle già descritte, molto apprezzate sono le cime del Dosson di Genova, del Corno Bianco e del Monte Venerocolo).
Dai passi citati, con breve risalita si può raggiungere anche Cima Venezia, splendido punto panoramico sui ghiacciai di entrambi i versanti. Giunti qui ci si può finalmente immergere in una entusiasmante discesa di oltre 2000 m di dislivello; grazie alle particolari caratteristiche morfologiche e di esposizione, di regola i pendii si percorrono interamente con gli sci ai piedi sino a stagione inoltrata, incontrando spesso neve ottima.
La discesa termina in Val Sozzine, ove si incrocia la pista di sci "Pegrà"; percorrendola si raggiunge la SS42 del Tonale o la cabinovia che permette di risalire al Passo omonimo.