Dall'abitato di Introbio salire con l'auto per un breve tratto lungo la strada che porta alla Val Biandino. Appena sopra l'abitato ha inizio la strada sterrata ove è possibile parcheggiare (poche possibilità di parcheggio).
Ora seguando la strada sterrata, in alcuni tratti cementata, addentrarsi in Val Biandino, fino a giungere alla Bocca di Biandino.
Abbandonare la strada sterrata ed attraversare un ponticello (cartello indicatore rif. Grassi), e passando per il rifugio Biandino (m. 1490), iniziare la salita lungo il ripido sentiero che conduce al Rifugio Grassi.
Giunti al rifugio Grassi proseguire lungo la dorsale che scende dal Pizzo dei Tre Signori (ora visibile) incorciandosi con sentiero che giunge dai Piani di Bobbio.
L'ultimo tratto che precede la vetta richiede il superamento di alcune facili roccette.
DISCESA: per il medesimo itinerario, oppure è anche possibile scendere per la dorsale opposta fino al Rifugio Santa Rita. Da qui con un sentiero altrettanto ripido come lo era stato quello in salita al rifugio Grassi, scendere a Madonna della Neve in Val Biandino. Seguendo la strada sterrata in bereve si arriva alla Bocca di Biandino.
Una ulteriore variante di questa discesa consiste nel passare per il rifugio Falc.
Giunti alla Bocchetta di Piazzocco, anzichè proseguire per la dorsale scendere al lago dell'Inferno.
Superato il rifugio Falc al primo bivio deviare a sinistra (indicazione rifugio Santa Rita). Successivamente con una breve risalita si giunge al rifugio Santa Rita.
In alternativa giunti alla bocchetta di Piazzocco si può scendere al Lago di Sasso e continuando per il fondovalle si giunge a Madonna della Neve.
VARIANTE PER SENTIERO 27 DELLA FOPPABONA
Una valida alternativa per raggiungere il Rifugio Grassi evitando la Val Biandino è il sentiero 27 della Foppabona.
Esso si snoda prima per boschi di castagni e faggi, poi in mezzo ai larici e successivamente attraverso pascoli fino a raccordarsi al sentiero 101 della Dorsale Orobica Lecchese presso la sella di Foppabona. Seguire la strada della Val Biandino fino al bivio per la località La Pezza.
Si prende a destra e dopo 300 metri, superate le baite, si devia a sinistra per un sentiero stretto tra una recinzione e un ruscello (cartelli in alluminio con indicazione Alpe Foppabona e bollo bianco e rosso n° 27).
Si sale per una ripido sentiero lastricato, prima in un bosco di castani e poi in una faggeta. Si incontra una baita recintata e il temine di una strada sterrata; si ignora la strada e si prosegue per il sentiero sempre con pendenza marcata. Il fondo appare sempre più rovinato dall’acqua, e dopo aver superato diversi tornanti si scavalla una cresta in corrispondenza della caratteristica bocchetta di Pianca.
Appena oltre troviamo un grosso faggio con un segnavia biancorosso dipinto sul tronco; qui il sentiero scende leggermente e attraversa un tratto di bosco con parecchi alberi morti caduti a terra, quindi si giunge sotto alle baite di Pianca e si attraversa un pascolo infestato da alte felci.
Il sentiero prosegue nella faggeta con tracciato rettilineo; dopo circa 300m attraversa un primo torrentello, seguito a breve distanza da un secondo, con un evidente bollo biancorosso su un sasso.
Si prosegue con leggera pendenza, i faggi lasciano il posto ai larici, poi il sentiero si inerpica con stretti tornanti in una zona di pascolo inerbato e piccole pietraie. La vegetazione dirada fino a lasciare posto a rare betulle; dopo circa 20-25 stretti tornanti si incontra un bivio, con un evidente segnavia gialloblu n°27 posto su un sasso con a fianco una freccia gialla sbiadita che indica a destra Rifugio Grassi.
Segue un tratto in moderata pendenza cosparso di sassi, poi il sentiero si innalza ancora con alcuni tornanti e si raggiunge un piccolo pianoro erboso; a sinistra scorgiamo le rovine di alcuni muri a secco. Si piega a destra verso un torrentello, si risale un piccolo zucco e si raggiunge un secondo pianoro erboso con un abbeveratoio in cemento per le mucche.
Si attraversa un ruscello su un piccolo tratto cementato e si piega a destra superando un secondo piccolo zucco. Si sbuca così sull’ampio pascolo della Foppabona; sulla destra scorgiamo un recinto che protegge alcune sorgenti, e il sentiero attraversa un muretto a secco in corrispondenza di un palo metallico dipinto di giallo.
Qui la traccia, finora piuttosto labile, scompare del tutto per ritornare ben visibile una volta oltrepassata la baita di Foppabona che vediamo di fronte a noi. Dalla baita si prende a destra, si costeggiano dei mucchi di pietre e in 5 minuti si raggiunge la sella di Foppabona, congiungendosi al sentiero 101 (cartelli indicatori in alluminio). Da qui il rifugio è a vista.