Dal centro di Sondalo, si prende, a sinistra (Ovest), una buona strada carrozzabile che porta verso Sommacologna; dopo poco più di 1 Km si incontra il cimitero, oltre il quale si imbocca, sulla destra, una stradetta acciottolota che, passando di fianco ad un piccolo tabernacolo, raggiunge l'abitato di Sommoacologna.
Al di là di Sommacologna si attraversa un ripiano erboso proseguendo sulla stradetta dal fondo assai dissestato e raggiungendo così un tornante, nei pressi di alcune case. Si entra nel bosco e lo si risale con altre curve avvicinandosi gradualmente al torrentello della Val Migiondo, che si supera su di un buon ponte a quota 1175 m.
Lasciato, a destra, l'ingresso di una galleria d'ispezione dell'AEM e, poco dopo, la mulattiera che sale a Presantolo, si raggiungono alcune case sul lato orografico sinistro del torrentello che scende dal Passo della Forcola. Invece di attraversare il rio e di entrare nell'abitato rurale di Resnena, si piega bruscamente a destra per risalire una ripida mulattiera , di recente riattata onde permettere il passaggio di mezzi speciali per uso agricolo. Si risale così, con alcuni tornanti, il costone, in gran parte boscoso, fino a sbucare al ripiano prativo ove sono le baite di Fo (m. 1728).
Il panorama è ampio verso la conca di Sondalo; il piccolo villaggio, rimasto tagliato fuori da ogni corrente turistica, è assai interessante. Si lascia a destra la traccia di un sentiero, ormai scomparso, che portava a Stalm, ed a sinistra una stradetta che porta al nucleo abitato più occidentale. ove è situata anche la fontana, per proseguire invece in direzione del sovrastante Monte Fo. Il sentiero ripido, ma nel complesso buono, prende quota con una lunga mezza costa ove si alternano a boschetti, ampie radure. Verso quota 1900 m. si arriva ad un piccolo ripiano che si attraversa verso occidente per risalire la ripidissima svasatura erbosa finale, in direzione del Passo della Forcola (m. 2208).
Dal passo, piegando a sinistra (sud), si inizia a risalire la cresta settentrionale del Monte Storile, ancor più facile di quanto possa sembrare da lontano. Superato per tracce un primo dosso, tra rocce e cespugli, e raggiunta la quota 2280, per l'aperto crinale, si arriva all'anticime settentrionale (m. 2337). in questo tratto la vista si fa sempre più impressionante sugli apicchi che dominano verso oriente, la val di Migiondo. Tenendosi eventualmente qualche metro sul versante grosino di ripidi pascoli, con un ultimo tratto un poco più ripido, si guadagna l'ampio cupolone della vetta del Monte Storile (m. 2471).
La sommità è caratterizzata da un'altra croce metallica; il panorama, grazie anche alla posizione eccentrica della montagna, è estremamente vasto su tutta l'Alta Valtellina. Tutt'attorno assai ben conservati resti di trinceramenti costruiti dagli italiani nella prima guerra mondiale quando il Monte Storile assieme all'antistante Monte Varadega, era stato trasformato in un munito caposaldo per bloccare un'eventuale discesa austriaca dallo Stelvio.