La partenza dell’itinerario è da Maggio frazione di Cremeno, precisamente presso la casa di accoglienza Artigianelli.
Lasciata la SS36 in direzione Valsassina si prosegue fino alla rotonda di Ballabio, si prende la prima uscita fino a raggiungere il Colle di Balisio e si svolta a destra all'incrocio mantenendosi sulla strada "64 Prealpina Orobica". Si prosegue fino a raggiungere il Bar-Trattoria Casere e appena superato il locale si devia lungo la prima via a destra (Via Casale Garabuso). Si percorre tutta la strada fino ad incontrare una serie di parcheggi posti frontalmente a delle abitazioni di recente costruzione (m. 820).
Dopo aver parcheggiato si prosegue fino a giungere in poche centinaia di metri proprio di fronte alla casa di accoglienza Artigianelli, che si lascia alla nostra destra per continuare su fondo sterrato; il sentiero ora aggira la casa e prosegue in direzione del bosco. Qui il tracciato è molto semplice e pianeggiante. Alla nostra sinistra costeggiamo il torrente fino ad arrivare in un punto nel quale la strada lo attraversa, non si deve seguire più la strada ma imboccare il sentierino sterrato nel bosco proprio davanti a noi (cartelli segnavia) e, dopo qualche decina di metri si incontrano altri cartelli segnavia.
In entrambe le direzioni indicate dal cartello appare il Monte Due Mani. Si deve seguire la via che prosegue diritta e pianeggiante. Si riprende a costeggiare nuovamente il torrente, prestando massima attenzione ai numerosi segnavia indicati con un colore arancio fosforescente; il sentiero molto spesso attraversa il corso del torrente. Il percorso prosegue lasciandosi questa volta definitivamente il torrente alle spalle, iniziando a salire abbastanza rapidamente a tornanti nel bosco e, ancora una volta, si deve prestare massima attenzione ai segnavia sulle piante che potrebbero risultare poco visibili.
Terminato il bosco il tracciato si apre in un bellissimo e rigoglioso prato; il sentiero potrebbe risultare poco visibile a causa della vegetazione, ma fortunatamente poco più avanti intravediamo i ruderi di un casolare. Puntare quindi in direzione della struttura e raggiungere in breve la cascina (m. 1025). Si prosegue sul sentierino in leggera salita e poco più avanti si incontra un'altra struttura, la Cascina Rizzolo (m. 1047); qui occorre prestare attenzione perché si deve cambiare direzione.
Raggiunta la cascina ignorare la strada carrozzabile sterrata principale, ma aggirare la struttura e risalire nel prato che si trova alle sue spalle, dove si incontrano dei segnavia di colore rosso/bianco sui sassi. Ancora una volta il sentiero potrebbe risultare poco visibile a causa della vegetazione. Puntare alle betulle al termine del prato ove si trovano dei segnavia; il percorso si addentra nuovamente nel bosco, dove fortunatamente la traccia è ben visibile.
Ancora una volta fuori dal bosco e si incontra un prato simile al precedente, qui si trova anche un piccolo stagno, percorrere in salita il tratto erboso fino ad incontrare un albero con un segnavia bianco e rosso e un cartello di legno. Proseguire entrando nuovamente nel bosco. In questo punto il sentiero ritorna a essere ben visibile e ben segnalato, ma prestare attenzione al fondo di foglie spesso scivoloso.
Proseguire fino a sbucare nei pressi di una strada carrozzabile sterrata, su una canalina di scolo si trova un segnavia bianco e rosso (m .1210).
Proseguire lungo la strada carrozzabile fino ad incontrare un'abitazione a 3 piani, prima di essa si trova anche un cartello che indica sentiero n.11.
Proseguire superando l'abitazione e un rudere fino a giungere alle porte di un bosco. Ignorare la direzione che prosegue diritta (la principale) e prendere il sentiero ripido che taglia alla nostra sinistra nei prati (cartello segnavia). Poco più avanti si giunge ad un rudere di un cascinale. Proseguire ancora una volta in leggera salita fino a giungere in un punto dove si trovano una serie di cartelli che indicano diverse direzioni (m. 1309).
Questo non è altro che il punto di incontro dei 3 sentieri che conducono al Bivacco Locatelli - Monte Due Mani, quello che proviene dalla strada per il Morterone, quello che arriva dal Culmine di San Pietro e quello che arriva da Maggio. Seguire la direzione per Bivacco Locatelli - Monte Due Mani. Il sentiero prende a salire ripido nel bosco con una serie di tornanti, dopo un centinaio di metri di dislivello si sbuca dal bosco trovandosi davanti un pendio erboso, sulla cui sommità si intravede la croce di vetta ed il Bivacco Locatelli.
Il sentiero prende ora a risalire il pendio, qui le pendenze aumentano parecchio e soprattutto nei mesi estivi questo tratto è molto impegnativo anche per il sole battente. Una volta giunti in "cresta" si trovano una serie di preghiere Tibetane e un cartello escursionistico. Proseguire sempre in cresta ancora per un centinaio di metri fino a quando appare la struttura del Bivacco Locatelli e la croce di vetta (m. 1657).
Ora scendere in direzione S lungo il sentiero che costeggia la ferrata fino al suo attacco che risulta segnalato da una targa con dedica a Simone Contessi.
Si superano agevolmente le prime facili roccette raggiungendo a breve una prima paretina levigata da superare con l'aiuto della catena, si esce alla sinistra e ci si trova alla base di una seconda parete più lunga ed impegnativa ma stavolta attrezzata anche con staffe metalliche che aiutano a guadagnare rapidamente quota rispetto all'attacco.
Si traversa in obliquo, esposti a sinistra, per superare un salto roccioso con un passaggio piuttosto insidioso al di là di uno spigolo. In uscita ci si trova lungo il primo tratto che offre un pò di riposo in quanto si percorre una traccia di sentiero in direzione in direzione della seconda sezione della ferrata.
Si sale in verticale lungo roccia più appigliata della precedente, si superano alcune facili roccette e ci si ritrova a percorrere il sentiero che costantemente accompagna la ferrata e rende così possibile abbandonare quest'ultima in diverse occasioni indicando di volta in volta la duplice possibilità.
Il sentiero porta all'attacco della terza sezione della via che dopo un iniziale traverso devia nettamente in verticale con esposizione piuttosto sostenuta e con alcuni passaggi anche spettacolari risale una parete piuttosto impegnativa terminando con un breve diedro finale.
Nuovamente lungo il sentiero, si risale un pendìo erboso in direzione della quarta sezione attrezzata rappresentata stavolta da un breve spigolo che si supera in divertente arrampicata sicuramente con minor ausilio della catena rispetto alle sezioni precedenti della via. Come detto, lo spigolo è piuttosto breve quindi ci si ritrova rapidamente a percorrere un lungo sentiero che inizialmente perde la quota guadagnata con il tratto precedente, poi aggira la parete, risale un canalino erboso e con un tratto in finale cresta porta alla base della quinta sezione ovvero una bella parete inizialmente piuttosto tecnica, poi più appoggiata con un esposto traverso nella parte centrale.
Inizia un lungo sentiero anch'esso in gran parte attrezzato con un breve tratto piuttosto ripido che raggiunge la sesta sezione piuttosto breve costituita da una placchetta; pochi metri in cresta e si affronta la settima sezione piuttosto facile essendo costituita da alcune "innocue" roccette.
Nuovo pendio erboso in avvicinamento all'ottava sezione che richiede però un discorso a sè in quanto il livello di difficoltà risulta essere senz'altro superiore al resto di tutta la via così come un'evidente targa segnala e quindi è richiesta un'adeguata valutazione da parte di ciascuno prima dell'attacco anche perchè non è assolutamente obbligatorio proseguire lungo la parete attrezzata in quanto il sentiero l'aggira sulla destra.
La parete, attrezzata sia con cavo che catena ed in alcuni punti con provvidenziali pioli e gradini, copre un dislivello di circa 30-35 metri e la si attacca inizialmente attraverso una cengia che permette dapprima di aggirare verso sinistra un prominente tetto, poi risalendo molto faticosamente sempre verso sinistra a, si arriva ad un terrazzino dove si riprende fiato e concentrazione.
Ora si supera con notevole sforzo una paretina, si traversa di nuovo la parete verso destra con abbondante utilizzo del gioco di aderenza e si affronta quindi l’ultimo esposto salto, grazie alla presenza quasi indispensabile di alcuni gradini metallici.
Si sbuca presso un pianoro erboso dove giunge anche il sentiero, da qui a breve si raggiunge la vicina parete attrezzata, nona sezione, che non ha le caratteristiche di difficoltà del tratto precedente ma richiede comunque un certo impegno.
A prima vista la placca sembra piuttosto levigata ma una volta "attaccata" si trovano più appigli del previsto, si attraversa una pianta della quale si sfrutta la presenza come appoggio e si affronta un passaggio un pò delicato anche con l'ausilio di una staffa in forte esposizione arrivando in pochi metri nella parte alta del torrione roccioso.
Qui ufficialmente termina la ferrata come da indicazione.
Inizia una lunghissima camminata in cresta in gran parte ancora attrezzata alternando traccia di sentiero a facili roccette che porta a superare più 300 metri di dislivello. Da notare che al termine della cresta, poco prima del raggiungimento della cima si incontra quella che può essere considerata la decima sezione della via ferrata, portando a risalire e ridiscendere un salto roccioso, la la cui catena è stata rimossa e rimangono solo i chiodi.
Dopo di ché non ci resta che un ultimo strappo per raggiungere la croce sommitale.