Chamonix - rifugio Gran Mulets (m. 3051)
Arrivati alla stazione intermedia del Plan, ci si incammina in direzione della Aiguille du Midi, per poi piegare a destra e con un lungo ed infido diagonale esposta a scariche di sassi e slavine, dirigersi verso la seraccata del ghiacciaio, dove ora possibile osservare meglio la collocazione del rifugio posto saldamente su di uno spuntone roccioso.
Appoggiati gli sci sul ghiacciaio del Bosson, si continua la salita al rifugio, districandosi alla maglio fra i seracchi ed i crepacci, finché, superato questo tratto accidentato ma suggestivo, in prossimità del rifugio il tracciato di salita molto più semplice ed agevole, ed in poco più di tre ore si al rifugio.
Nell'attesa dell'ora di cena e del calare della notte, si ha ancora del tempo a disposizione, buono per osservare il calar del sole e per guardare con attenzione una parte della salita alla cima, visto che all'indomani, si dovrà partire ancora con il buio e la visibilità sarà scarsa.
Rifugio Gran Mulets - Monte Bianco (m. 4810)
Inutile sottolinearlo: a notte fonda si lascia il rifugio ed il primo sguardo appena fuori dal luogo dove si è trascorsa la notte cade su Chamonix illuminata. Si è così distolti per un attimo dai pensieri e dai timori che una cima così impegnativa comporta. Poi via verso la meta. Frontali accesi ed incolonnati, passo dopo passo si inizia a salire al cospetto del Dom de Gouter a 4304 m.
Di seguito si arriva al Gran Plateaus dove ora proseguire risulta più semplice. Con le prime luci dell'alba, poi, la salita acquista fascino e miglior sicurezza. Ben rinfrancati si raggiunge il bivacco Vallot a m. 4362.
A questo punto si abbandonano gli sci e, il logico filo di cresta, non difficile ma reso per impegnativo dall'elevata quota, si arriva alla cima, dimenticando come d'incanto tutte le fatiche accumulate e lasciando spazio a tanta gioia e felicità.