Dal rifugio Carate si segue il sentiero a mezza costa fino ad entrare nell'ampio vallone sottostante le Cime di Musella. Entrare nel canale e seguirlo fino alla Forcella di Fellaria (m. 2819).
Iniziare ora la discesa su terreno morenico fino ad incontrare un tratto pianeggiante, al termine del quale si imbocca una strettoia compresa fra le rocce del Sasso Moro e un isolotto roccioso (quota 2615). Seguire ora l'ampio fondovalle a sinistra del torrente fino a raggiungere il rifugio Bignami (m. 2389).
Dirigersi verso la diga di Gera lungo l'ampia mulattiera che, dopo aver descritto due tornanti, attraversa in discesa tutta la sponda del lago. Attraversati due canaloni si risale un poco per poi calare all'impressionante muraglione della diga. Giunti all'altra sponda si volge a sinistra lungo la stradicciola pianeggiante a tratti scavata nella roccia e con una galleria che porta all'imbocco della Val Poschiavina. Si lascia a sinsitra il sentiero che conduce all'Alpe Gembrè costeggiando sulla destra il torrente spumeggiante.
A una croce si è in vista dell'Alpe Poschiavina (m. 2230) che viene raggiunta atraversando un ponte.
Si cammina sulla sinstra del torrente attraversando alcuni pascoli (a volte impregnati d'acqua) in un paesaggio idilliaco.
Dopo un tratto più ripido la valle torna pianeggiante, cosparsa qua e là di grossi macigni tondeggianti ai piedi dei quali crescono numerose piante pungenti di Cirisio.
Si piega gradatamente verso destra e la traccia, giunti in vista della massima depressione datta Passo di Canciano (m. 2464), abbandona il torrente per dirigersi al valico, stretto fra rocce levigate. Si lascia sulla sinistra il sentiero per il Passo d'Uer e, dopo uno sguardo alla Val Canciano che scende verso Poschiavo, ci si dirige a destra seguendo grossomodo i cippi di confine.
Superato un tratto roccioso che porta al cippo n.°3, si incontra un laghetto e, piegando verso destra (ovest), il cippo n.° 2. Si attraversa l'ampio vallone un tempo occupato dal ghiacciaio dello Scalino e, superato il torrente, si rimonta la morena porta ai piedi del Passo di Campagneda (m, 2611), ampio valico dal quale si ammirano i Laghi di Campagneda e, sullo sfondo, il Gruppo del Disgrazia.
Dal valico ci si porta verso destra imboccando una ripida valletta rocciosa e, dove il terreno si fa meno accidentato, si costeggiano i primi laghetti glaciali di quota 2490.
Più in basso si giunge in vista del Lago Verde (m. 2339), il più grande fra quelli di Campagneda. Poco dopo si lascia a destra il sentiero che scende all'Alpe Campagneda e a Campo Moro epr attraversare verso sud i rogogliosi pascoli ai piedi dell'elevazione soprastante il Cornetto.
La traccia transita a sinistra di un dosso todeggiante quotato 2344 metri e incrocia il sentiero per il Pizzo Scalino.
Lungo questo sentiero, in leggera discesa per una prateria alpina circondata verso ovest da un'evidente cerchia morenica, si raggiunge il rifugio Cristina presso l'Alpe Prabello (m. 2226) ai piedi dell'elegante piramide del Pizzo Scalino.