AVVICINAMENTO
Dal parcheggio si sale al Passo del Fò (m. 1284) per i sentieri n.1 (passando per il rifugio Stoppani) e n.6 fino al rifugio Ghislandi.
FERRATA DEL CENTANARIO
Si "attacca" la parete sinistra del canalino con l'aiuto di numerose cambre ed evidenti appoggi rocciosi e dopo alcuni metri si traversa all'interno del canale stesso sfruttando una comoda serie di staffe, portandosi alla base di una netta salita verticale, mantenendosi comunque sempre lungo la parete sinistra del canale, dove le cambre formano una lunga scala.
Si esce rapidamente dal tratto verticale, semplice ma molto esposto, e si traversa a destra sfruttando una breve cengetta rocciosa guadagnando, dopo pochi metri, la partenza di un secondo tratto verticale ed anche questo notevolmente attrezzato con gradini metallici in direzione di un sentiero soprastante che, con corrimano metallico, conduce verso una serie di facili gradoni prestando attenzione a non smuovere materiale detritico presente.
Lentamente ci si addentra nel canale che gradualmente si restringe e si superando alcuni salti attrezzati con gradini metallici che aiutano non poco a risalire abbastanza agevolmente questi tratti altrimenti insidiosi.
In questo tratto si procede in pratica sul fondo del canale sfruttando anche alcune sbarre metalliche poste di traverso fino ad un piccolo pulpito terminale presso il quale ci si riporta sulla parete di sinistra sfruttando inizialmente la solita serie di cambre e poi risalendo alcune facile roccette "appoggiate" uscendo così definitivamente dal lungo canale fin qui risalito, passando peraltro alla base di un sorprendente torrione.
Ci si incammina in direzione di alcune roccette un pò "sporche" che si superano abbastanza agevolmente, poi alcuni brevi salti rocciosi attrezzati arrivando così presso un sentiero panoramico dove è possibile rifiatare anche se in effetti il termine del percorso è piuttosto vicino.
Ci sono ancora alcune roccette da superare che non offrono particolari difficoltà arrivando così nei pressi del cartello terminale (m. 1450).
AVVICINAMENTO FERRATA SILVANO DE FRANCO
Proseguire lungo il sentiero fino ad incontrare il sentiero n.1 per il rifugio Azzoni, finché, superato il Passo della Zibretta (caratteristica cengia a lastroni con cavo corrimano), si entra nel versante del Canalone di Val Negra, in vista del rifugio.
Poco dopo, sulla sinistra si stacca un sentierino (attenzione perché la deviazione non è così evidente) che conduce ad una palina segnaletica posta pochi metri più in alto a sinistra (località "Om de Sass" a quota 1750 circa).
Dalla palina è visibile l’attacco della ferrata Silvano De Franco.
FERRATA SILVANO DE FRANCO
L'attacco non presenta particolari difficoltà in quanto si tratta di risalire un piccolo salto roccioso e raggiungere alcune facili roccette superiori e ad un breve e successivo traverso erboso.
Si inizia a salire sfruttando gli ottimi appoggi naturali presenti in divertente progressione guadagnando così l'apice di questo primo troncone attrezzato, pur con continuità di catena, rappresentato da una brevissima traccia di sentiero che funge da trasferimento verso il secondo troncone.
Si parte con una certa trazione sulla catena in quanto carente l'appoggio per i piedi e ci si porta rapidamente alla base di un breve diedro che a sua volta conduce verso una placca attrezzata con l'unica staffa metallica presente lungo tutto il percorso, ma la presenza di una sporgenza rocciosa obbliga ad un certo sforzo per raggiungerla.
Si "sbuca" nei pressi di un pulpito erboso dal quale è possibile vedere il successivo torrione da affrontare, torrione raggiungibile discendendo il versante opposto del pulpito, sempre assicurato, e risalendo successivamente un ripido sentiero del nuovo tratto attrezzato.
Anche in questo caso l'attacco richiede una certa trazione sul cavo mentre nei metri successivi i migliori appoggi ridimensionano lo sforzo e così, lentamente, si guadagnano metri in direzione di una cengia la cui presenza è sicuramente opportuna per riposarsi prima di una nuova risalita verticale.
Il proseguo della via, che si presentava piuttosto verticale, in effetti richiede da subito un certo sforzo perché come spesso capita all'inizio dei vari tronconi si sente la mancanza di una staffa che agevolerebbe lo "slancio" iniziale, ma ovviamente chi ha costruito tale percorso attrezzato ha ritenuto di voler mantenere un certo grado di difficoltà, utilizzando molto raramente dispositivi metallici eccetto ovviamente la catena di sicurezza.
Questo tratto comunque è piuttosto breve ed in pochi passaggi si perviene presso un ulteriore punto di sosta dal quale un gradone roccioso stavolta agevola la partenza e così facendo si inizia la risalita di un bello spigolo piuttosto gradinato fino al raggiungimento di alcuni gradoni finali che non destano particolari difficoltà tecniche, ed un breve sentierino finale.
Quest'ultimo permette il trasferimento ad un pilastrino attrezzato che rappresenta in pratica l'ultimo ostacolo prima del raggiungimento della cresta finale dove poi si troveranno solo alcuni innocui saliscendi.
Si parte allora superando il primo "salto", poi in appoggio su terreno erboso ino ad un secondo "salto" racchiuso tra un grosso masso e la parete uscendo così sulla cresta finale.
Si risale un tratto erboso con catena che ha funzione di scorrimano, si prosegue lungo comodo sentiero, si incontrano alcune facili roccette, un successivo breve tratto di sentiero, un suggestivo passaggio che aggira uno spigolo e finalmente si giunge la croce di vetta.
DISCESA
La via breve è lungo il sentiero n.°1, in alternativa è possibile compiere un giro ad anello passando per i Piani d'Erna.
Per compiere il giro ad anello dobbiamo scendere lungo il versante di Morterone passando per le "Forbesette" fino al Passo del Giuff. Da qui seguire le indicazioni per i Piani d'Erna, indi rifugio Stoppani.