Da San Nocolò nei pressi del campo di calcio prendere la strada sterrata seguendo il segnavia 31. Giunti alla frazione di Canareglia (1580 m.) si imbocca direttamente la stradina militare dell'Ables, che sale in modesta pendenza tra i larici.
Dopo poche centinaia di metri si oltrepassano le baite della località Ortagiu (1625 m.) da dove si ammira un primo scorcio sulle pareti della Reit. Più in alto si attraversano i pascoli di Plazzanecco, oltre i quali i pendii divengono più scoscesi e rocciosi. La carrareccia attraversa alcuni canaloni sorretta in alcuni tratti da alti muri a secco.
Tralasciata la deviazione per l'Alpe Solaz superiore, presso un tornante, si nota al margine della strada uno strano manufatto di forma circolare; si tratta di una calchera, ossia di un rudimentale forno con il quale si "cuoceva" la roccia calcarea per ricavarne calce, forse necessaria alla costruzione della strada militare.
Con un ultimo traverso a sinistra, verso la Val d'Uzza, si giunge al termine della carrareccia. Al suo posto una mulattiera ben segnalata sale verso destra, incidendo alcuni ghiaioni, per portarsi in una zona di pascoli.
Solo la prateria dell'orizzonte alpino trova modo di crescere lungo questi ripidi pendii culminanti nel breve piano dell'Alpe Cristallo 2500 m circa. L'ambiente è molto suggestivo, con le rocce che incombono e il vasto panorama verso la conca di Bormio e l'alta Val Zebrù, dove si distinguono il Gran Zebrù e il Monte Cevedale.
Molto in alto, circa un centinaio di metri sotto la cresta, l'ardito tracciato, in numerosi tratti crollato, piega decisamente a destra (est), transitando fra torrioni e pinnacoli creati dall'erosione nella roccia calcarea, dove non è difficile avvistare l'aquila.
Superata anche una galleria, si giunge a un bivio nei pressi dello spartiacque: a sinistra si sale al Bivacco Provolino (3051 m.), a destra, invece, l'originario tracciato della mulattiera porta al Passo dell'Ables (3010 m.), dal quale la vista si apre sulla Valle dei Vitelli e sugli altopiani dello Stelvio.