Da Rongio ci si incammina e, dopo aver percorso pochi metri lungo via Rossana, si trova una piazzetta sulla sinistra. Qui, accanto ad una fontana, c'è una pallina segnavia che indica i sentieri. A sinistra: 14 verde (rifugio Elisa - Buco di Grigna - Traversata alta) e 18 verde (Garlata - Alpe Centra - rifugio Bietti); a destra: 12 verde (Colonghei - Piani Resinelli - rifugio Rosalba), 13 verde (Versatico - rifugio Rosalba), 13 B blu (Zucco di Manavello).
Seguire i segnavia con il numero 14 e delle bandierine di colore rosso bianco rosso. Con un'ampia e sassosa mulattiera ci si avvia sul lato destro della valle Méria, camminando quasi in piano. La prima parte del percorso è quasi pianeggiante e all'ombra di un bosco di castagni. Continuando verso la testata della valle, si raggiungie una casa circondata da una staccionata.
Più avanti c'è un'altra casa a sinistra e un fontanino a destra (m. 430). Dopo aver percorso un breve tratto in salita, si continua in piano. Un sentiero si stacca e sale verso destra; poco dopo sulla sinistra c'è una casetta bianca alla quale si scende con una gradinata. Un altro sentiero scende a sinistra; poi, sulla destra, si trova il punto di partenza di un'altra teleferica. Percorso un tratto con un muretto alla nostra sinistra, si arriva ad un ponte con il quale si passa dall'altra parte del corso d'acqua (m. 440). Qui c'è un bivio; seguire il percorso principale a sinistra in leggera salita. Ci si trova un sentiero che sale ripidamente a destra con degli scalini in legno. Accanto una pallina segnavia indica la direzione di marcia il sentiero 14 per il rifugio Elisa, il Buco di Grigna, la Traversata Alta e il sentiero 18 per la Garlata, l'Alpe Centra, il rifugio Bietti.
Subito dopo c'è un edificio sul quale sono state dipinte delle frecce bianche indicanti la nostra direzione. Si continua in piano. Si supera un grosso masso che sembra in bilico sul sentiero e un cartello che segnala il pericolo di caduta sassi e si arriva accanto ad una ripida parete. Il sentiero gira a destra e poco dopo con un ponte si attraversa il torrente Meria che scende dalla Val Scarettone (m. 487). Qui una palina indica che si è al "Ponte di Ferro" e segnala ancora i sentieri 14 e 18 con le relative destinazioni.
Ora si inizia veramente a salire. Si superiamo una piccola costruzione dell'acquedotto sulla quale è disegnata una rudimentale cartina della zona e si procede su mulattiera guadagnando velocemente quota con vari tornantini. Prosegue con un tratto rettilineo protetto a valle e poi con altri ripidi tornanti. Dopo una curva protetta con alcune funi, si continua fino a raggiungere la grotta "La Ferrera" (m. 540).
Al bivio si prende la mulattiera di sinistra che sale abbastanza ripida con una serie di tornanti lungo un erto pendio roccioso, con un ultimo tratto selciato a gradinata si esce dalla Val Meria e, superato un poggio, si attraversa un bosco e si giunge al bivio con il sentiero che, a sinistra, porta a La Sirta - Era.
La mulattiera in direzione del rifugio Bietti continua invece dritto, a tratti ancora piuttosto ripida, con bella vista sulla Val d'Era; oltrepassa la valla di Pissavacca e risale prima a mezza costa, poi con tornanti, tra roveri e faggi.
Seguendo sempre il percorso indicato dalle targhe in alluminio della Sezione CAI di Mandello (n. 18), si procede per una mulattiera più stretta lasciando a destra una gradinata e, con un lungo traverso, si arriva a una pineta.
Si sale, pervenendo , con alcune svolte, sulla dorsale prativa dove sorga la casa della Gardata.
Proseguire ora lungo la valle del Sasso Cavallo continuando dapprima a seguire il segnavia 18 e poi il segnavia n.° 15.
Dal rifugio Bietti si prende il sentiero di sinistra che risale un largo costolone erboso abbastanza ripido. Superati alcuni cespugli di pini mughi, dopo cpoche svolte, il sentiero piega a sinistra, passa sotto alcuni roccioni e continua a mezza costa (ignorando alcune tracce che portano sul fondo del canalino di ghiaia).
Si continua a salire sino ala base di alcune roccette, poi si prosegue mantenendosi sulla sinistra e, seguendo i segnavia, si sale dapprima su roccette, poi si attacca una facile paretina (prima a sinistra e poi in diagonale a destra) e si superano alcune roccette.
Raggiunta una selletta erbosa, si piega a destra, lungo un breve tratto di cresta, in direzione di uno stretto passaggio roccioso, attraverso il quale si perviene alla bocchetta del Guzzi.
Al di là della bocchetta si continua per tracce (segnavia a strisce gialle) a destra, poco sotto la cresta di Piancaformia. Il sentiero procede per tratti prevalentemente rocciosi e ghiaiosi superando alcune sellette su terreno calcareo che presenta numerosi intagli, buchi profondi e doline, testimonianze del forte carsismo.
Dopo aver attraversato, scendendo, un canale ghiaioso, si risale ripidamente incontrando i segnavia della "Via della Ganda".
Si imbocca a destra questo itinerario, salendo un tratto ripido di terriccio e sfasciumi e, dopo un saltino di roccia, si prosegue su lastra e gradoni, poi a zig zag su ripide ghiaie. Superato un canalino, piegando a destra, si entra nel Gerone che scende dalla Grigna settentrionale e, seguendo attentamente i segnavia, lo si risale faticosamente. Al termine, volgendo a sinistra si esce dal ghiaione e ci si porta su alcuni lastroni di roccia, che si superano con l'aiuto di una fune. Ancora una breve salita e si è in vetta alla Grigna Settentrionale (m. 2409) nei pressi della moderna cappelletta del rifugio Brioschi.
VARIANTE PER LA CRESTA DI PIANCAFORMIA: trovandoci al rifugio Bietti è possibile, compiendo un giro più ampio, raggiungere la vetta della Grigna Settentrionale per la cresta di Piancaformia.
Dal rifugio Bietti si seguono le indicazioni per il rifugio Bogani fino ad arrivare alla bocchetta di Piancaformia (cartelli indicatori), crocevia per i rifugi Bietti e Bogani.
Ora la salita si fa più decisa, e in più punti si avanza su terreno roccioso aiutandosi anche con le mani. Piccola vetta e punto panoramico di sosta sono i Tre Sassi, pianoro di cresta caratterizzato dalla presenza di ometti di pietra raggiungibile in 45 min dalla bocchetta di Piancaformia e che precedono una breve perdita di quota per poi raggiungere in 15 min la bocchetta dei Guzzi. Da qui l'itinerario prosegue come il precedente.