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SABATO 23 GIUGNO 2018

Sembrerò ripetermi a distanza di due settimane di tornare sul Grignone, ma è una montagna, al di là della sua bellezza, che cambiando versante consente di percorrere sempre un itinerario differente.

Quello del Cainallo è un versante, che ho sempre snobbato, vuoi perché un po' più distante da casa, vuoi perché non era "abbastanza il dislivello", ma oggi ho voluto tornarci (a distanza di quasi dieci anni) salendo per la "ferrata" dei Carbonari.

Metto gli apici perché mi sembra sopravvalutata chiamarla ferrata, mi sembra più opportuno il nome "cresta dei Carbonari", perché di fatto è un sentiero di cresta con a tratti delle paretine attrezzate, nulla di più.
Niente da paragonare alla classiche ferrate delle montagne circostanti (vedi Monte Resegone, Corni di Canzo, Piani di Bobbio, ecc.) in cui la catena è continua ma anche l'esposizione e la difficoltà.

Tuttavia presente dei passaggi su sentiero con delle cenge abbastanza esposte, che da un lato per la definizione di "ferrata" che viene data non sono attrezzate come ci si aspetterebbe in una normale ferrata.

Nel complesso paragonerei l'itinerario come difficoltà alla direttissima, al Canalone dell'Angelina, al sentiero Cecilia o alla traversata alta, che di fatto sono sentieri con tratti attrezzati.

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