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DOMENICA 30 APRILE 2017

Chi l'avrebbe mai detto che questa stagione sciistica alquanto fuori norma e bizzarra proprio al 30 di aprile avrebbe regalato una sciata fuori stagione da 30 di gennaio?

Ed è proprio successo. Ma è meglio fare un passo indietro.
Dopo le belle gite di soddisfazione delle ultime uscite, per chiudere in bellezza, vista una relazione di settimana scorsa che dava partenza dalla diga dei Forni sci ai piedi, volevo mettere la ciliegina sulla torta con la salita al Pizzo Tresero.

Ma invece questa inaspettata coda d'inverno, mi ha costretto ad abbassare il tiro, e per caso curiosando sulle webcam dell'alta Valtellina, proprio sabato non vedo mica in diretta uno sci alpinista a Bormio 3000.

Bene decido che la meta dell'indomani sarebbe stata Bormio 3000, e poi avevo una gran voglia di andare in quel di Bormio sulle mie amate montagne.

Un pizzico di timore di trovare crosta c'era, letta qualche relazione di sabato, ma poco importava per me, l'importante era andare a Bormio.

Difatti la partenza non è stata delle più promettenti, crosta, ma non particolarmente infida, ma poi all'improvviso arrivato a quasi metà strada la polvere, e già iniziavo a pregustarmi la discesa.

Arrivato in cima, scendo nella polvere che ben poco si è vista quest'anno, e fortunatamente tenendomi sulle piste chiuse verso la Valfurva anziché verso la Valdisotto, trovo polvere fino alla Rocca a 2150 metri, ripello e torno ancora su per una seconda discesa ancora qui, e me la godo ancora l'ultima polvere, l'ultimo tratto per Bormio 2000 è solo scendere cercando la neve più portante e alla fine nel complesso non è poi stata così male.

Sarà l'ultima? Speriamo che la prossima settimana le condizioni siano favorevoli per una ciliegina sulla torta ai Forni, altrimenti per quest'anno appenderò gli sci al chiodo.

SABATO 22 APRILE 2017

Anche il Pizzo Tambò era una meta sci alpinistica che non salivo da tempo, e viste le condizioni domenica sul Ferrè ho immaginato che anche qui fossero buone, innevamento al limite ma di buona qualità, e difatti non si è fatto smentire.

E per questa salita non si poteva sperare in una giornata migliore dal cielo terso, ma purtroppo con un fastidiosissimo e forte vento nella parte finale, che fortunatamente non ha rovinato il piacere della vetta.

Fatta la salita non potevo farmi mancare la discesa verso la dogana svizzera, è questo il bello della discesa del Tambò, e me la sono goduta fino in fondo fino ad arrivare sulla strada sotto la dogana.

Se ho voluto la bicicletta devo anche pedalare avendo la macchina al passo e quindi gioco forza ripellare per tornare a casa, ma ho voluto salire per mettere la ciliegina sulla torta, facendo 2000 come dislivello della giornata, per chiudere in bellezza la stagione, perché penso proprio che appenderò gli sci al chiodo per quest'anno, anche se non ho ancora deciso e non è detta l'ultima parola.

DOMENICA 16 APRILE 2017

La giornata non era iniziata nel migliore dei modi.
Previsioni buone, salvo forte vento, e meteo svizzera che però lasciava presagire una spiacevole sorpresa con la frase "possibile neve portata da nord sulle Alpi".
Non ho dato molto peso visto che erano solo loro a dirlo, ne ARPA Lombardia e nemmeno il centro geofisico prealpino di Varese, parlavano di nevischio portato da nord.
Invece stamattina arrivato a Monte Spluga, con il senno di poi ho avuto subito il rimpianto di non essere andato ieri, che alla fine è stato bello.

Parto comunque, poco convinto che sarei riuscito a fare ciò che avevo in mente, infatti stavo già pensando che sarei finito per fare su e giù dal Bivacco Cecchini per allungare un po' la gita.
Ma invece arrivato al Bivacco Cecchini, non era poi così catastrofico e c'era comunque visibilità, le nubi andavano e venivano a seconda del vento e timidamente il sole cercava di fare capolino.
Salgo quindi alla Cima di Val Loga, mi abbasso sul ghiacciaio ripello alla volta del Pizzo Ferrè, che non salivo da diversi anni.
Lasciati gli sci, ramponi ai piedi affronto la cresta, che quest'oggi non è affatto in condizioni banali, la neve vecchia è ghiacciata e le rocce sono sporche di neve.

Comunque nonostante il vento e il freddo sono arrivato in cima e sono rimasto contento della bella salita al punto che sulla via del ritorno ho sceso un pezzo di Val Schisarolo e fatto il bis sulla Cima di Val Loga.
Discesa non da meno, neve vecchia trasformata con a tratti neve nuova portata dal vento.

L'innevamento è scarso ma sufficiente, qui ho visto di meglio ma anche di peggio.

SABATO 8 APRILE 2017

Quest'anno niente gara del Pizzo Scalino, ma comunque mi ero ripromesso di andare in Valmalenco per salire il Pizzo Scalino, dopo che ci andavo sempre e solo per fare la gara e soprattutto era una salita che non facevo da parecchi anni.

Il primo impatto non è stato dei migliori perché arrivato a destinazione, la partenza era senza neve, e un po' la cosa mi ha demoralizzato, quindi imperativo ritornarci il prossimo anno con la neve.

Ma in fondo sapevo, o meglio ero fiducioso, che sarei rimasto contento della gita e che avrei fatto una bella sciata.
Difatti lo spalleggiamento è stato solo di 600 metri lineari, poi finalmente ho potuto calzare gli sci, sul sottile strato nevoso ghiacciato.
Arrivato all'Alpe Campagneda il paesaggio si apre e scopre le sua carte.

È bianco solo il versante nord, neve assente sui versanti opposti al Pizzo Scalino, copertura nevosa continua, anche se all'occhio è evidente che lo strato nevoso non è per nulla abbondante. Siamo decisamente un mese avanti oserei dire.
Il rigelo notturno è stato ottimo, dura trasformata sotto il cornetto, sia in salita che anche in discesa, era ancora marmorea nonostante fosse ormai mezzodì.

Sopra ancora dall'aspetto invernale, anche se ormai è tutto tritato.
Sono stato il primo ad arrivare in cima quest'oggi, poi sono sceso fino al cornetto per salire alla Cima Giovanni Paolo II, e durante questa seconda la salita la processione è arrivata.

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