Ancora fra le mie amate montagne dell'alta Valtellina.
Consapevole, che oggi molto probabilmente avrei trovato neve migliore alle esposizioni meridionali, ma con rischio di mancanza di neve nella parte bassa, preferisco andare dove so di trovare più neve stando sui pendii meno solati.
Parto con l'intenzione di salire alle Cime di Pejo, ma con l'opzione poco speranzosa, nel caso fosse stata tracciata la Punta Cadini, ecco il perché qui e non in Val Cedec.
E infatti non appena era chiaro che la Punta Cadini fosse tracciata, ho cambiato itinerario, visto che non l'avevo ancora salita con gli sci, ma solo nel corso della traversata delle 13 cime.
Il pendio ripido si è presentato con neve molto dura e la salita è stata particolarmente impegnativa, tutta in ombra e il sole l'ho visto solo una volta fuori dal tratto ripido.
Davanti a me ci sono solo tre persone che vedo già impegnati nella discesa della nord, quando arrivo al deposito sci.
Ho quindi potuto godermi la vetta in piena solitudine, godermi la giornata spaziale dalla temperatura ideale, fare le riprese e le foto di rito.
Scendo lungo la via di salita, per traversare e prendere la parte bassa della parete nord.
In quota neve rimaneggiata dal vento con a tratti una crosta superficiale, ancora soffice una volta sulla nord, per poi divenire crosta con sciate gelate sul ghiacciaio quando la pendenza diminuisce.
Incrociata la traccia di salita per il San Matteo, sono risalito fino a quasi quota 3300 per scendere lungo la discesa normale del San Matteo.
Neve infida fino a quota 2800 con sciate gelate e crosta, poi dai 2800 a tratti bel firm, ma più in basso ancora tratti gelati.
Insomma non la sciata da urlo della scorsa settimana, ma ugualmente una giornata spaziale ben spesa.