Portata a casa anche questa nuova vetta, ispirato da una relazione di qualche settimana fa.
Salita che per il dislivello e lo sviluppo può apparentemente presentarsi docile e facile, ma invece tutt'altro, quasi come volesse metterti alla prova.
Come se la montagna ti dicesse: "Vuoi salirmi ? Bene dimostrami di essere all'altezza".
Partenza dall'Hotel Forcola di Livigno con temperatura di -13°C, poi avvicinamento seguendo la pista di fondo fino all'Alpe Vago.
Da qui ha inizio la salita vera e propria, dove ci si addentra in Valle Vago fino al prima prova della salita, il superamento del salto della Cascata di Val Neira.
Poi una volta superato questo salto la salita si presenta docile fino a fondo valle.
Sono salito senza problemi seguendo le tracce di chi mi ha preceduto, agevolandomi la salita non poco.
Le tracce terminavano fino alla base del pendio ripido che adduce in cresta.
Sono salito ancora per poco sci ai piedi, poi vista la pendenza sono salito a piedi coi ramponi, indispensabili, seguendo un canale formato da una micro valanga.
Una volta uscito in cresta mi sono reso conto che la salita non è proprio quella della relazione, in quanto mi sono ritrovato sulla cresta nord e non sud.
Comunque senza grossi problemi ho proseguito la mia opera di battitura e sono arrivato in vetta.
Discesa non particolarmente gratificante per le pendenze modeste della valle di Campo.
Giunto al di sopra della cascata, volendo evitare di scendere il salto ho seguito la traccia che portava in Val Nera con la speranza di potermi ricongiungere alle tracce di discesa dal versante opposto della valle.
Risalendo altri 300 metri di dislivello ho incrociato la traccia che saliva dal versante opposto seguendola per la discesa, che si è rivelata un calvario per l'esposizione solatia, con neve crostosa e farina bagnata.
Bell'ambiente, selvaggio, mi sono goduto la solitudine come piace a me, parte alpinistica di soddisfazione, ma qualità della neve che ha lasciato desiderare in discesa.