Il Gran Zebrù è sempre una bella montagna da salire sia a piedi che con gli sci.
È una montagna per cui ho un particolare debole e la considererei forse come la mia montagna preferita. La salita ha un suo fascino, la sua forma piramidale elegante che non si non notare.
È un po' la mia fissazione tutti gli anni quando in estate mi reco a Bormio in ferie, e lo scorso anno non essendo riuscito a salirla era un sassolino che mi era rimasto nella scarpa e mi ero ripromesso di andarci con gli sci questa stagione, e così è stato.
Di meglio non potevo chiedere, magnifica giornata, con temperature tuttavia un po' troppo elevate per la stagione, ma comunque azzeccando l'orario ho fatto una bella discesa.
Sono partito dal parcheggio dei Forni alle 7,25 e dopo tre ore di salita ero in vetta (alle 11,50 ero di ritorno alla macchina), molta gente sul percorso, come sempre del resto, nonostante la sua difficoltà è una meta sciistica molto gettonata.
Sono salito sci ai piedi fino all'imbocco del canalino della Bottiglia, poi a piedi fino vetta con gli sci in spalla.
La cresta finale che conduce in vetta è in buone condizioni, percorribile senza problemi.
Per la discesa sono partito poco sotto la vetta, con la neve morbida il giusto, l'uscita del canalino della Bottiglia è priva di neve, e in discesa bisogna percorre qualche metro a piedi e poi rimettere gli sci.
La discesa del canalino bisogna fare attenzione a qualche sasso affiorante, i numerosi passaggi tendono a limare via la neve.
Nella discesa verso il parcheggio conviene stare verso sotto il Pasquale e puntare verso la Malga Forni per arrivare più in basso con gli sci, questo versante sempre al sole è quello dove la neve in primavera va via per prima.